mercoledì 23 ottobre 2019

Come spugna lanciata nello stagno...


Quando tutto sembra perduto una figura dall’alto piomba sulla naga. Io per il colpo subito perdo un po’ i sensi e penso sia il maestro a infliggere il colpo fatale alla creatura, mi riprendo e scopro con stupore che invece è stato mio fratello Takeshi. Come bambino che per la prima volta apre la finestra d’inverno e vede la neve, gioisco nell’ammirar
lo, ma subito dopo arrivano i complimenti verso di lui dal sensei. Come colpo alla bocca dello stomaco rimango senza fiato per non essere il prediletto ai suoi occhi.
Finalmente il gruppo si ricongiunge e vedo Yuko malconcia invece il maestro e Takeshi illesi. Sicuramente mio fratello stando vicino al sensei come spugna lanciata in uno stagno si è gonfiata delle conoscenze della nostra guida. Loro ci raccontano di aver udito e visto l’esplosione della freccia ed essere arrivati fino a noi seguendo le tracce che avevo lasciato. Il bushido si è servito di me per risolvere il caso e io come umile discepolo gioisco di tale dono, come ponte che sorregge un esercito per permettere la sua avanzata.
Nelle viscere a pezzi del naga troviamo degli occhi e decidiamo di prenderli, ne prendiamo anche la testa per portare tutto al comandante delle guardie e comunicare che la missione è compiuta.

1 commento:

  1. Che post pregno di saggezza, spero anch'io un giorno di assorbirla per osmosi dalla lettura di questi nobili testi.

    Ottima anche l'illustrazione degna persino del grande maestro Delladio!

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