mercoledì 23 ottobre 2019

Come spugna lanciata nello stagno...


Quando tutto sembra perduto una figura dall’alto piomba sulla naga. Io per il colpo subito perdo un po’ i sensi e penso sia il maestro a infliggere il colpo fatale alla creatura, mi riprendo e scopro con stupore che invece è stato mio fratello Takeshi. Come bambino che per la prima volta apre la finestra d’inverno e vede la neve, gioisco nell’ammirar
lo, ma subito dopo arrivano i complimenti verso di lui dal sensei. Come colpo alla bocca dello stomaco rimango senza fiato per non essere il prediletto ai suoi occhi.
Finalmente il gruppo si ricongiunge e vedo Yuko malconcia invece il maestro e Takeshi illesi. Sicuramente mio fratello stando vicino al sensei come spugna lanciata in uno stagno si è gonfiata delle conoscenze della nostra guida. Loro ci raccontano di aver udito e visto l’esplosione della freccia ed essere arrivati fino a noi seguendo le tracce che avevo lasciato. Il bushido si è servito di me per risolvere il caso e io come umile discepolo gioisco di tale dono, come ponte che sorregge un esercito per permettere la sua avanzata.
Nelle viscere a pezzi del naga troviamo degli occhi e decidiamo di prenderli, ne prendiamo anche la testa per portare tutto al comandante delle guardie e comunicare che la missione è compiuta.

domenica 20 ottobre 2019

Scontro mortale


Rivolgo il capo verso l’oscurità, una voce femminile e affilata come lama di Katana taglia il silenzio e un senso di inquietudine ci avvolge. Il suo parlare sembra un sibilo e ringrazia due ninja del lavoro fatto. Dall’oscurità sorge una Naga, che si avvicina per fare di noi il suo pasto. Come sempre si addice a chi attacca, la Naga sferra il suo colpo sul più forte. Vengo trafitto dalla sua coda a forma di spada sul petto. Un grosso squarcio si apre sul cuore.
Dall’alto come falco sull’ignara vipera, vediamo avventarsi Takeko sulla creatura, che le provoca una profonda ferita. Come suono di sirena, che avvisa la popolazione di agire, così siamo chiamati al contrattacco, io e mio cugino Shoji rompiamo le catene. Sapere che i nostri compagni sono giunti e soprattutto nei pressi c’è il maestro rigonfia il mio petto squarciato. Iniziamo quindi una pugna contro il mostro, spinti dal tintinnio di Katana, che si odono poco distanti come chicchi di grandine che si scagliano sui tetti.
L’avversario è superiore a noi, ma dobbiamo resistere fino all’arrivo del sensei Sasaki. I due ninja, impauriti dalla veemenza con cui combattiamo io e Takeko, si comportano come avvoltoi che cercano solo carne di animali morti e inoffensivi e decidono di rivolgere la loro attenzione su Shohi. Sono senza il mio arco, ma la determinazione che mi guida supera le mie paure, come fioca candela nella notte cerco di risplendere agli occhi del maestro.
Takeko con furia continua a colpire l’essere come tigre mai doma e sempre affamata, io le sferro un colpo quasi mortale e la Naga si avventa su di me come onda di maremoto su esile vascello.

martedì 15 ottobre 2019

L'attacco dei ninja


Siamo giunti al porto, da lì iniziano le nostre indagini. Pur contro la mia volontà il gruppo decide che è meglio dividersi e ritrovarsi alla mattina. Io vorrei andare con il maestro, ma non sempre il cammino del bushido esaudisce i nostri desideri. Come talpe cadute in un fiume siamo trasportati ciechi dal fluttuare del destino che ci attende.
Un nemico nell'ombra ci attende e come spesso accade un nemico vile cerca di colpire i più forti di noi per indebolire il gruppo, come lupi che attaccano pecore solitarie prima che si ricompattino. Non sento la loro presenza. Sono morti come me, ma vestiti di nero e lanciano Shuriken dall’ombra. Combatto con ardore, ma sono in tre e riescono a sopraffarmi, riuscendo a bloccarmi con catene. Con le forze rimaste scaglio una freccia esplosiva come ultimo strenuo tentativo tentativo per avvisare i miei compagni. L’esplosione e le fiamme riecheggiano nel porto. Spero il maestro abbia udito il mio richiamo e come scorpione, che nasconde il suo pungiglione venefico, mi lascio catturare in attesa dei miei compagni. Il bushido mi ha scelto come esca per catturare il grosso pesce. I Ninja mi colpiscono e mi immobilizzano con catene. Mi ritrovo incappucciato e trascinato nel loro covo.
Si sente il rumore del mare, le catene legano i miei arti a una colonna in una stanza buia. La mia forza potrebbe spezzarle, ma come murena aspetto immobile il momento opportuno per agire.
Giro il capo sentendo dei lamenti, sembravano quasi pianti, noto che vicino a me legato c’è anche mio cugino Shoji. Sembra privo di ferite, sicuramente si sarà arreso dopo aver visto i ninja e prima di essere attaccato. Non trovo altre spiegazioni per il fatto che lo abbiano catturato. Come opossum si sarà finto morto dimenticandosi che morto lo era già e sicuramente vista la forza dei ninja non sarà riuscito ad annoiarli con sermoni.

mercoledì 9 ottobre 2019

Il Piano


Idee e piani si sommano ma nulla sembrano portare a niente come cercare un chicco di riso nella neve durante una tempesta invernale. Takeko propone di analizzare il luogo da cui il morto senza occhi era uscito. Lei come lupo che segue la sua preda trova delle tracce che ci portano in quartieri poveri della città. Nel fango delle strade le tracce si perdono, e noi come belva che perde la preda ritorniamo da dove siamo partiti.
L’ultima traccia che resta è cercare informazioni dalla famiglia Tekaya. Ci rechiamo alla loro casa e le guardie ci invitano a lasciare le armi e dopo poco incontriamo il capofamiglia. Alla sua vista non mi trattengo nel presentare prima di tutti Sasaki . Lui da sommo maestro mi concede di parlare per primo al capofamiglia, io incredulo arrossisco per tale onore. Come adolescente al primo bacio mi blocco a ricever tale dono e il maestro che tutto vede capisce che è lui che deve prendere la parola.
Oltre a capire lo sconforto del capofamiglia non riusciamo ad avere grandi informazioni fatta esclusione del fatto che scopriamo che il figlio morto viveva una vita dissoluta tra bordelli e gioco d’azzardo del porto. Il capofamiglia ci dona alcuni Mon familiari per permetterci di mischiarci tra i nobili della città per mischiarci in quelle zone di tentazione. Per fortuna il sensei e il bushido guideranno la mia anima e mi permetteranno di superare le prove che ci aspettano.

domenica 6 ottobre 2019

Intrighi


Nel mentre sopraggiunge anche il capo famiglia Yamaguchi che dopo aver discusso con il comandante delle guardie si rivolge a noi chiedendo gli abiti che gli Horokawa dovevano consegnare. Mi sembra corretto consegnaglieli e gli porto il baule. Lui ci invita a seguirlo in casa sua e scambiamo due chiacchiere. Mi sembra tanto una brava persona. Vedo che il sensei resta sempre rigido e dopo aver fatto qualche domanda e scoperto che gli ultimi morti sono della famiglia Tekaya e le sparizioni sono tutte avvenute al porto. Altro non ci dice e chiede a Sasaki un supporto per risolvere alcune questioni di potere sulla città e un aiuto contro la famiglia rivale Sumiyoshi. Sasaki rimane fermo nei suoi pensieri come montagna che mantiene la sua impassibilità. Cerco di smuoverlo, ma è come spostare un macigno colpendolo con foglie secche che cadono dagli alberi. Mi inchino alla sua fermezza, ma mi sembra scortesia non fare un gesto di approvazione al capo famiglia Yamaguchi. Lasciamo la casa e ci dirigiamo prima all’armeria per fare scorta di armi, poi dal capitano per ricevere un lasciapassare per le indagini. Forse è meglio che il maestro non sappia che ho una bella scorta di frecce esplosive. Gli farò una bella sorpresa.
Dal porto iniziano le nostre ricerche. Subito mi accorgo che un uomo ci segue. Noto che solo io l’ho percepito e quando avviso il maestro l’uomo ha il tempo di fuggire. Come faina svicola nei vicoli e io da predatore mi ritrovo ad inseguirlo. La mia foga supera il mio orientamento, dopo poco l’uomo scompare come ratto grigio in una buia fogna. Torno con un po’ di fatica dal gruppo perso tra i vicoli.