mercoledì 26 giugno 2019

La forza di volontà attraversa anche le rocce


Il sensei non ha certo bisogno del mio aiuto e quando vedo la testa sputafuoco del mostro essere separata dal corpo da mio fratello Takeshi, mentre l’altro fratello continua a colpire il morto senza sortire efficace colpo, intervengo. Lui deve ancora capire che la forza non è nei muscoli, ma nel bushido. Decido che è giunta l’ora di scagliare una pioggia di frecce e colpire ripetutamente la testa per salvare i miei famigliari. Sfortunatamente la mia impulsività è troppa e le mie frecce scagliano quello che è ormai uno spiedo di palla infuocata, all’interno di un deposito di materiale infiammabile. Una grande esplosione si scatena mentre il maestro lotta e vengo ammagliato come spettatore del teatro Kabuki dalla grazia che si manifesta nel veder roteare la spada.
Sembra superfluo parlarne, ma il sommo Sasaki divide in due il samurai che si scopre essere solo nuda armatura dominata da qualche spirito maligno. Il sensei grida il nome di Musashi e gli intima di mostrarsi. Devo dire che anche la guerriera Takeko si è comportata bene…. La scambierei volentieri con mio fratello Hiroshi, sarebbe grande onore averla in famiglia.



Ataru Goromaru

domenica 23 giugno 2019

Il chiodo che sporge va preso a martellate


Ormai con Kumamoto alle spalle forti scosse di terremoto fermano il nostro proseguire. La terra sotto i piedi si alza, ma con agilità nulla turba il mio equilibrio come pianta di bambù che si adatta alla forza del vento. Vedo però che il mio maestro e i fratelli non hanno stessa maestria. Capisco che il Sensei volutamente è stato vicino a loro vedendoli in tremenda difficoltà, soprattutto quel goffo armadio di Hiroshi, sicuramente punito per il suo irrispettoso gesto con il pesce gatto, che non solo ha portato sventura al gruppo, ma anche alla povera gente della città. Io mi trovo troppo in alto, ma scorgo che più in basso la guerriera Takeko sembra anche lei passata incolume dal terremoto, della sua compagna nulla si sa, poco male per la sua probabile perdita, speriamo solo che non si sia slogata le caviglie e ci tocchi recuperarla e portarla a spalle come un sacco di ortaggi. Voglio saggiare la forza di Takeko e fingo di perdere il controllo della fune, passandogliela abilmente.

Ormai salvi e per fortuna, soprattutto sano è il maestro, sentiamo le campane della città suonare. Coloro che prima ci avevano impedito l’accesso chiamavano il nostro aiuto. Il sensei nella sua saggezza esorta il gruppo a intervenire. La popolazione chiama e il prode ronin risponde. Come faro lo seguiamo e ci dividiamo in tre gruppi che avanzano paralleli per le vie della città verso il castello facendo della katana nostro prolungamento del braccio squartando a brandelli i corpi che riprendono vita. Io seguo il sensei e ne sono l’ombra, anzi sono l’ombra della sua ombra. Takeko e la goffa sorella sono sulla strada alla nostra destra, mentre i miei fratelli alla nostra sinistra. Peccato però che questi ultimi dopo un po’ non si vedano più. Il Maestro decide di tornare indietro a vedere cosa succede. Li scorgiamo, che affrontano un morto in grado di sputare fuoco. Sasaki e Takeko si prestano a intervenire, ma la loro corsa viene fermata da un’enorme soldato in armatura che li attacca all improvviso uscendo da un'abitazione laterale.


Ataru Goromaru

martedì 18 giugno 2019

Tutti commettono errori. Esiste una gomma per ogni matita


Decidiamo a sto punto con le guerriere di spostarci a fianco del ponte. Il maestro è pronto a sguainare la Katana. Io tengo sott’occhio l'altra guerriera che sembra imbambolata e non pronuncia parola. Sinceramente il suo sguardo mi sembra di una donna tonta e non tanto di un guerriero che onora l’armatura che indossa. L’incresciosa onta alla nostra famiglia è solo all'inizio. Un uomo dal ponte urla dicendo di aver visto il Namazu, un grosso pesce gatto leggendario, che dalle leggende si dice porti sulla schiena un masso, posto dagli dei, che gli impedisce di muoversi, ma se libero può scatenare terremoti. Hiroshi decide di impersonificare un dio, e si reca sulla riva del fiume, prima cercando di parlare al pesce, scatenando imbarazzo e la curiosità della folla che si accalca, poi solleva un enorme macigno e lo scaglia contro la povera bestia inerme. L’impotente animale si trova con la coda bloccata e solo il mio intervento, spostando il masso, permette all’animale la fuga. La folla urla e terrorizzata accusa mio fratello per la sventura prossima a venire. Che umiliazione per il mio casato, anche Takeshi disdegna tale comportamento e risulta essere più taciturno del solito.

Ci rechiamo alle porte di Kumamoto, le due guerriere ci seguono e racconto loro la sventurata storia della mia famiglia, il mio triste e nefasto giorno di nozze e la sposa che mi è stata rapita (e loro ti ignorano bellamente, ndr). Dapprima vediamo l’imponente castello, il maestro appare turbato e io mi avvicino cercando di portagli giovamento come brezza fresca montana in un assolata giornata estiva. Non sembra giovare la mia presenza e me ne pento, ho ancora tanto da imparare. Delicato mi defilo come fiore di pesca che nel vento si muove prima di toccar suolo. Il nostro marciare viene interrotto dai samurai di guardia che impediscono il nostro procedere. Loro appaiono ai miei occhi più ligi alla legge, che affascinati dalla fama del mio maestro. Una festa si sta svolgendo per le vie della città e un gruppo di ronin non è ben voluto.
Il sensei dialoga con le guardie e scopre informazioni sul suo acerrimo rivale Miyamoto Musashi, che con un vile trucco lo sconfisse in combattimento. Capisco ora cosa intacca lo spirito della mia guida. Scopriamo che nel castello sono custodite la spada e il libro dei 5 Anelli e fuori dalla città c’è una caverna che si dice essere il posto dove ha vissuto fino agli ultimi istanti di vita. Il turbamento del maestro diventa ora la mia prima missione e decidiamo di procedere verso la grotta anche perché la città ci è interdetta.

Ataru Goromaru

lunedì 17 giugno 2019

Quando il carattere di un uomo ti sembra indecifrabile, guarda i suoi amici 2 parte


Continuiamo il nostro viaggio per raggiungere il Tempio di Ise. Grazie al tuo intercedere mio Sensei (Sasaki Kojiro) un gruppo di pescatori ci traghetta e possiamo sbarcare sulle coste prefettura di Kumamoto. Ammiro e ascolto estasiato i tuoi racconti che più volte ho udito, ma appare sempre come la prima volta. La via del bushido ad ogni tua parola si svela e ne capisco il profondo significato di cui tu sei un luminoso e umile messaggero. Stessa cosa non posso dire di mio fratello Hiroshi. Lui, durante tutto il viaggio, dimostra più interesse a creare rissa e far sfoggio della sua forza fisica e non dello spirito. Per fortuna a contenerlo c’è il nostro fratello maggiore Takeshi, sempre taciturno, ma sempre presente e pronto a contenere la sua irruenza.
Capisco da subito, che la città di Kumamoto e’ un luogo in grado di scuotere anche il ferreo spirito del Sensei Kojiro. Al suo fianco anche io percepisco il turbamento. Nei pressi della città, mentre ci apprestiamo ad attraversare il ponte, notiamo che si è creata una lunga coda e due guerriere ronin controllano il passaggio. Ai loro piedi ci sono offerte che i viandanti lasciano e faccio notare al maestro che c’è una pila di resti di morti a fianco del ponte.
Il Sensei avanza e noi dietro come fedeli discepoli. Al suo passaggio la gente china il capo e in tacito silenzio permette la nostra avanzata. Subito una delle due guerriere, direi quella più arguta, nota il Mon di famiglia del maestro. Da li capisco la fama e l’importanza che possiede, che passa di bocca in bocca come freccia che arco scocca. Meno famoso appare il nostro Mon, che porta Takeshi, ma sotto lo stemma del maestro brilla anche esso, seppur di luce riflessa.
Sasaki Kojiro prende la parola e garantisce per il nostro passaggio. Le due guerriere però non sembrano accontentarsi di tali parole, quasi con sfida chiedono più informazioni. La discussione sembra volgere su brutta piega, anche perché la solita voce inopportuna di mio fratello Hiroshi si intromette nella discussione. Cerco di tacerlo, ma la mia inesperienza nel bushido, trasforma la discussione in una lite tra ragazzini. Mi pento per il mio comportamento inopportuno. La fila di gente intanto aumenta.

Ataru Goromaru