giovedì 11 luglio 2019

Una pianta che cade in un bosco non si può sapere se fa rumore se nessuno la sente


Forse dopo tutta la confusione sarebbe meglio uscire dalla breccia del muro. Yuko intanto torna e avvisa che un folto gruppo di samurai è pronto a farci a pezzi per il comportamento che abbiamo tenuto, finalmente si è resa utile portando una notizia. Sasaki, Shoji e Takeshi però vogliono puntare sulla diplomazia. Cercano di parlare con il capo samurai che si trova ai piedi delle scale. Neanche le parole del Sensei riescono a placare i soldati spinti dall’ira e dal disprezzo. Forse non piace cosa siamo.
La breccia rimane l’ultima via e per rallentare i soldati infuriati scocco l’ultima freccia esplosiva, il bushido non guida la mia mira, accecato dal rancore che questi uomini hanno nei nostri confronti, infilzo il piede del capitano dei samurai in prima fila. L’ultima esplosione della serata facilita la nostra fuga. Il maestro e gli altri non hanno visto nulla quindi il mio bushido è salvo. Una pianta che cade in un bosco non si può sapere se fa rumore se nessuno la sente, in questo caso meglio ancora che nessuno ha visto!


Ataru Goromaru

IMPORTANTE: CI RIVEDIAMO A SETTEMBRE

lunedì 8 luglio 2019

"Prendere 3 piccioni con un chicco di riso"


Takeshi volteggia con grazia di falco e forza di drago tra le armature, colpendole con fendenti che in loro nascondono la forza di masso che infrange l’acqua e aggraziati come velo di seta tra il fruscio del vento. Shoji segue le orme di mio fratello. Nakano con inaudito colpo trafigge un’armatura e facendo leva la scaglia fuori dalla breccia del muro che avevo creato. Io mi devo difendere non tanto dalle armature ma da Yuko che con la sua catena prima rischia di colpirmi poi mi intralcia nel combattimento legandosi tra me e una piglia.
Yuko è bloccata e le due armature si avvicinano, decido di defilarmi. Come dice il maestro, occorre fare attenzione che una mela marcia non intacchi le altre sane. Lascio la guerriera come esca e appena allontanato schiocco una freccia esplosiva, che ha un effetto ben superiore del previsto. Le due armature vengono spazzate via e con loro vola via anche Yuko dalla breccia del muro. Ho preso tre piccioni con un chicco di riso. Poco distante sua sorella accorre e con facilità evita l’esplosione. Da qui si capisce chi è un guerriero e chi no.
Il maestro afferra la spada e vedo la difficoltà nel controllarla. Mi avvicino e lui per poco non mi decapita, fermando la lama nera a pochi millimetri dal mio collo. Solo un grande maestro sarebbe stato in grado di controllare tale arma. Solo un grande discepolo sarebbe stato fermo perché ha grande fiducia nel suo maestro.
Sicuramente ora voglio aiutare il sommo Sensei nel portare il suo fardello.

Ataru Goromaru

sabato 6 luglio 2019

"Come lumaca a cui si tocca la testa e si ritrae nel guscio"


Le due guerriere vedono il bambino nell’angolo e si scagliano contro. Una risata di fanciullo taglia l’aria e trappole scattano contro Nakano e Yuko. Stranamente anche Yuko le evita e mi sbeffeggia. Lei non capisce che l’ho fatto per il maestro. Il bambino fugge dal luogo in cui era nascosto e appare la rampa di scale. Passo indifferente davanti a Yuko che ride come rondine che supera un passerotto in volo, peccato che la rondine come il passerotto sono solo cibo per falchi e la sua risata non mi tange.
Il Sensei riprende la sua corsa, io e Nakano lo seguiamo. Gli altri rimangono imbambolati come ipnotizzati sulla rampa delle scale. Si guardano avanti e indietro senza avanzare. Nakano cerca di svegliarli e mentre Shoji e Takeshi subito si riprendono, la guerriera Yuko cerca di colpire la sorella che para il colpo. Ai miei occhi appare sempre più inutile la presenza di quella donna nel gruppo, come potrebbe essere l’acqua al posto del sakè per scaldare una fredda notte invernale.
Siamo entrati nell’ultima stanza. La spada di Musashi, la leggendaria Haran è sul fondo con il libro dei 5 anelli, vediamo la sua lama nera e sentiamo una presenza di immane potenza. Il Sensei avanza e 6 armature animate interrompono il nostro marciare. Scocco 2 frecce esplosive. La prima contro un angolo della stanza, che apre uno squarcio nel muro facendo crollare un pezzo di tetto e pavimento, l’altra invece colpisce la teca, che custodisce la spada, distruggendola e alzando un gran polverone. Sasaki mi rimprovera dicendomi : “Musashi è mio”. Io inchino il capo in segno di scuse, come lumaca a cui si tocca la testa e si ritrae nel guscio.

Ataru Goromaru

giovedì 4 luglio 2019

"Come mantide maschio che per trovare la passione viene divorata dalla compagna"


Noi siamo ancora troppo umani e veniamo attaccati. Takeshi si dimostra più abile con la spada, che nella diplomazia. Con leggiadria di libellula e forza di tigre squarta gli uomini che lo stanno attaccando. Anche da lui ho molto da imparare. Magra è la resistenza degli esseri umani che ci hanno sfidato, ben più grasso è il banchetto che si crea. Essendo stati loro ad attaccarci, anche in questo momento, abbiamo seguito il bushido e quindi lo scontro è da considerarsi legittima difesa. Quelli che erano nemici ora sono ottimo nutrimento.
Raggiungiamo il Sensei, che è sulle mura del castello. Invano cerca di sfondare una porta. La sua indomita furia si infrange su essa, che resite come montagna alla tempesta. Takeko raccoglie alcune frecce esplosive e me le porge, nell’istante in cui sono pronto a scoccarne una per aprirci la strada, il maestro mi ferma. Mio fratello Takeshi era riuscito a convincere il soldato ad aprire. Mi ricredo, Takeshi ha una lingua più affilata della Katana che porta, il serpente non è solo forte per il suo veleno, ma soprattutto per la tecnica con cui lo usa. La freccia esplosiva la scocco verso il villaggio… il bushido la guiderà dove non rechi danno a nessuno.
L’esplosione dà il via all’ingresso nella torre nel castello dove il divino Sensei dice di sentire la presenza di Musashi all’ultimo piano. La furia del maestro è indescrivibile, io lo seguo come fiocco di neve trasportato dalla tempesta invernale. Solo una stanza ci divide alla meta.
Percorriamo la scalinata. Entriamo in una grande ambiente buio. Takeko dice di aver visto una figura di bambino. Nessuno percepisce la presenza di vivi. Il maestro inizia a distruggere i separé di carta della stanza, ma non si trovano le scale per accedere all’ultimo piano. Io come fedele compagno mi butto alle spalle del furente Sensei. Noto che ci sono trappole e vedendo il maestro fuori di sé, le attivo in maniera che feriscano me e non il mio maestro, nuovamente con somma dedizione faccio da scudo al Sommo, solo gioia è ferirsi per il proprio maestro come mantide maschio che per trovare la passione viene divorata dalla compagna.

Ataru Goromaru  

martedì 2 luglio 2019

"Come onda di fiume che precede l'esondazione"


Il gruppo è riunito alle porte del castello di Kumamoto. Mi giro e non vedo mio fratello Hiroshi. Poco male… sicuramente sarà andato a banchettare trasgredendo le regole del Bushido. Per ora non dico nulla al Sensei, anche perché lo vedo concentrato e percepisco il suo spirito guerriero. Correndo, ci rechiamo al castello e entrati nel piazzale interno, il Maestro diventa una furia e si lancia per sfondare la porta e accedere alla costruzione. Nel piazzale, dei morti vagano in cerca di preda, mi getto su di loro per farli a pezzi, facendo strada al mio sommo; come onda di fiume che precede l’esondazione. I miei fratelli e le nostre compagne rimangono attoniti e basiti, notano però degli arcieri sulle palizzate del castello, che intimano al Sensei di fermarsi e sono pronti per scoccare frecce. Takeshi, che fin'ora è rimasto taciturno, interviene. A lui piace molto quietare gli animi e fare un po’ di diplomazia, a dargli man forte anche il cugino Shoji. In famiglia facevano sempre coppia e fin da piccoli giocavano sempre insieme a fare gli oratori, a turno uno parlava e l’altro ascoltava.

Mi posiziono alle spalle del Sensei Sasaki per proteggerlo da una nuvola di frecce scoccate dai militari, dato che le parole di mio fratello si erano sciolte come la neve di maggio. Devio, con la sola forza del mio spirito le frecce, come battito d’ali di rondine che sferzano il vento. Una freccia esplosiva però cade in mia vicinanza senza arrecarmi però danno. Il Sensei sfonda la porta e nell’esplosione mi getto all’interno del castello. Anche il resto del gruppo entra. Ad accoglierci 20 becchini pronti a farci a pezzi. Il prode maestro Sasaki riesce con solo con il tono di voce e il suo ki, a far scansare i nemici e ha libero il passaggio, come tuono che separa in due un olmo secolare.Io grido: ”inginocchiatevi di fronte al Sensei Sasaki Kojiro”.


Ataru Goromaru