Le
due guerriere vedono il bambino nell’angolo e si scagliano contro.
Una risata di fanciullo taglia l’aria e trappole scattano contro
Nakano e Yuko. Stranamente anche Yuko le evita e mi sbeffeggia. Lei
non capisce che l’ho fatto per il maestro. Il bambino fugge dal
luogo in cui era nascosto e appare la rampa di scale. Passo
indifferente davanti a Yuko che ride come rondine che supera un
passerotto in volo, peccato che la rondine come il passerotto sono
solo cibo per falchi e la sua risata non mi tange.
Il
Sensei riprende la sua corsa, io e Nakano lo seguiamo. Gli altri
rimangono imbambolati come ipnotizzati sulla rampa delle scale. Si
guardano avanti e indietro senza avanzare. Nakano cerca di svegliarli
e mentre Shoji e Takeshi subito si riprendono, la guerriera Yuko
cerca di colpire la sorella che para il colpo. Ai miei occhi appare
sempre più inutile la presenza di quella donna nel gruppo, come
potrebbe essere l’acqua al posto del sakè per scaldare una fredda
notte invernale.
Siamo
entrati nell’ultima stanza. La spada di Musashi, la leggendaria
Haran è sul fondo con il libro dei 5 anelli, vediamo la sua lama
nera e sentiamo una presenza di immane potenza. Il Sensei avanza e 6
armature animate interrompono il nostro marciare. Scocco 2 frecce
esplosive. La prima contro un angolo della stanza, che apre uno
squarcio nel muro facendo crollare un pezzo di tetto e pavimento,
l’altra invece colpisce la teca, che custodisce la spada,
distruggendola e alzando un gran polverone. Sasaki mi rimprovera
dicendomi : “Musashi è mio”. Io inchino il capo in segno di
scuse, come lumaca a cui si tocca la testa e si ritrae nel
guscio.
Ataru Goromaru
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