Siamo giunti al porto, da
lì iniziano le nostre indagini. Pur contro la mia volontà il gruppo
decide che è meglio dividersi e ritrovarsi alla mattina. Io vorrei
andare con il maestro, ma non sempre il cammino del bushido esaudisce
i nostri desideri. Come talpe cadute in un fiume siamo trasportati
ciechi dal fluttuare del destino che ci attende.
Un nemico nell'ombra ci
attende e come spesso accade un nemico vile cerca di colpire i più
forti di noi per indebolire il gruppo, come lupi che attaccano pecore
solitarie prima che si ricompattino. Non sento la loro presenza. Sono
morti come me, ma vestiti di nero e lanciano Shuriken dall’ombra.
Combatto con ardore, ma sono in tre e riescono a sopraffarmi,
riuscendo a bloccarmi con catene. Con le forze rimaste scaglio una
freccia esplosiva come ultimo strenuo tentativo tentativo per
avvisare i miei compagni. L’esplosione e le fiamme riecheggiano nel
porto. Spero il maestro abbia udito il mio richiamo e come scorpione,
che nasconde il suo pungiglione venefico, mi lascio catturare in
attesa dei miei compagni. Il bushido mi ha scelto come esca per
catturare il grosso pesce. I Ninja mi colpiscono e mi immobilizzano
con catene. Mi ritrovo incappucciato e trascinato nel loro covo.
Si sente il rumore del
mare, le catene legano i miei arti a una colonna in una stanza buia.
La mia forza potrebbe spezzarle, ma come murena aspetto immobile il
momento opportuno per agire.
Giro il capo sentendo dei
lamenti, sembravano quasi pianti, noto che vicino a me legato c’è
anche mio cugino Shoji. Sembra privo di ferite, sicuramente si sarà
arreso dopo aver visto i ninja e prima di essere attaccato. Non trovo
altre spiegazioni per il fatto che lo abbiano catturato. Come opossum
si sarà finto morto dimenticandosi che morto lo era già e
sicuramente vista la forza dei ninja non sarà riuscito ad annoiarli
con sermoni.
La parabola dell'opossum che si finge morto, ma ha piegato in due! XD
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