
Fatto sta che, dopo che Hiroshi
ebbe tagliata la testa al demone, ci avviammo verso il villaggio, fra
le ridenti colline. Era un vero peccato quanto poco si badasse a
piante, augellini e rivo: forse ci saremmo lasciati pervadere da
sentimenti di pace e non da quelli che ci presero in effetti.
Comunque, era bello constatare che rispetto a quando eravamo vivi non
eravamo cambiati poi molto, quanto ad istinti. Nacque così una dotta
disquisizione sulla possibilità o meno dei morti di poter ancora
amare, ancora avere un'erezione: c'era chi lo negava, per mancanza di
circolazione sanguigna; chi asseriva che invece avevamo ancora sangue
in noi, e che a comunque avevamo il controllo sui nostri arti. Alla
fine, Takeshi risolse la questione guardandosi nei pantaloni.
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