domenica 10 aprile 2016

Quando il carattere di un uomo ti sembra indecifrabile, guarda i suoi amici 1 parte

È bello osservare la meravigliosa armonia del mondo, anche in questa desolazione di morte, quando si libera di un'aberrazione come quella del demone che avevamo appena sconfitto: le piante che sembrano odorare più forte, gli augellini che cantano, il rivo che gorgoglia dipresso, i vasti seni di Itomi che danzano ad ogni passo di lei nel sollievo della salvezza. Ella ci ringraziava quasi saltellando e ci invitava ad andare al suo villaggio, Jaigo, dove suo padre, il capo villaggio, avrebbe saputo come ricompensarci, anche se noi protestavamo che non era il caso di incomodare suo padre per la ricompensa: poteva pensarci lei.
Fatto sta che, dopo che Hiroshi ebbe tagliata la testa al demone, ci avviammo verso il villaggio, fra le ridenti colline. Era un vero peccato quanto poco si badasse a piante, augellini e rivo: forse ci saremmo lasciati pervadere da sentimenti di pace e non da quelli che ci presero in effetti. Comunque, era bello constatare che rispetto a quando eravamo vivi non eravamo cambiati poi molto, quanto ad istinti. Nacque così una dotta disquisizione sulla possibilità o meno dei morti di poter ancora amare, ancora avere un'erezione: c'era chi lo negava, per mancanza di circolazione sanguigna; chi asseriva che invece avevamo ancora sangue in noi, e che a comunque avevamo il controllo sui nostri arti. Alla fine, Takeshi risolse la questione guardandosi nei pantaloni.

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