Siccome
i bisbigli ci avevano incuriosito, decidemmo di sfruttare il fatto di
essere ancora abbastanza ben conservati e di essere comparsi agli
abitanti del villaggio solo nascosti da pesanti armature complete per
tornare, spacciandoci per vivi, fra quei paesanotti e saperne di più.
Poco lontano, trovammo un lago, presso il quale nascondemmo le
armature e ci apprestammo a lavarci.
Hiroshi,
poco lontano da noi, improvvisamente vide un gruppo di donne,
accompagnate da alcuni guerrieri, intente a lavare. Non potendo
nascondersi, decise di andare loro incontro, raccontando una storia:
disse che eravamo stati aggrediti da alcuni banditi, che avevano
trucidato la nostra scorta e rubato i nostri cavalli, e chiese asilo.
Gli
uomini furono cortesi, ci portarono al villaggio di Jaigo e qui ci
introdussero al capo, felicemente ricongiunto con la prosperosa
figliola (che da subito cominciò a guardarci con interesse), che fu
ancora più cortese quando scoprì che eravamo dei Goromaru, partiti
dal nostro paese (così dicemmo) pochi giorni prima. Il vecchio
assunse un'aria contrita nel dirci che il nostro villaggio era stato
aggredito, che tutti erano morti.
Oltre
a ciò che già sapevamo (ma fummo magistrali nel recitare la parte
degli stupiti e addolorati) ci disse anche che nei mesi precedenti,
alle riunioni dei capi villaggio, capoclan Goromaru gli aveva parlato
di un affare, che aveva inteso essere pericoloso e lucroso, ma non
aveva spiegato i dettagli, e lui del resto non aveva voluto entrarci.
Che fosse quella la causa della strage?
Con
altre astute domande venimmo anche a sapere chi era quella ragazza di
cui avevamo sentito bisbigliare: una bella donna che si era
presentata al villaggio due giorni prima, aveva fatto previsioni
riguardo all'arrivo di tre Kami che avrebbero sconfitto il demone e
aveva detto di guardarsi da loro. Poi era sparita. Come sappiamo, i
fatti si erano realizzati. Ma l'aspetto inquietante era che la
descrizione della donna coincideva perfettamente a Fiore di Pesca, la
promessa sposa di Ataru (la quale aveva del resto vistose
caratteristiche inconfondibili): evidentemente, ci aveva seguiti. E,
se non ci eravamo accorti di lei, doveva essere morta.
Dopo
questa conversazione, andammo a fingere di dormire una notte
tranquilla, per poi ripartire il mattino dopo, alla ricerca di
qualcuno che potesse darci ulteriori dettagli sugli affari di
Goromaru, possibilmente sulla strada per Nagasaki. Appena usciti, per
inciso, Takeshi cominciò a raccontarci una vicenda a cui nessuno
dette credito, la cui trama era evidentemente tratta da un film
erotico: a suo dire, l'avvenente fanciulla da noi salvata si era
presentata al suo letto con un coltello, l'aveva prima minacciato con
la lama dichiarando di averci riconosciuti, per poi far sparire il
coltello con un gioco di prestigio, scivolar fuori dal chimono e, con
un nuovo gioco di prestigio, far ripetutamente sparire anche il
naturale arpione del Takeshi desnudo.
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