mercoledì 20 aprile 2016

Batti il ferro finché è caldo

Siccome i bisbigli ci avevano incuriosito, decidemmo di sfruttare il fatto di essere ancora abbastanza ben conservati e di essere comparsi agli abitanti del villaggio solo nascosti da pesanti armature complete per tornare, spacciandoci per vivi, fra quei paesanotti e saperne di più. Poco lontano, trovammo un lago, presso il quale nascondemmo le armature e ci apprestammo a lavarci.
Hiroshi, poco lontano da noi, improvvisamente vide un gruppo di donne, accompagnate da alcuni guerrieri, intente a lavare. Non potendo nascondersi, decise di andare loro incontro, raccontando una storia: disse che eravamo stati aggrediti da alcuni banditi, che avevano trucidato la nostra scorta e rubato i nostri cavalli, e chiese asilo.
Gli uomini furono cortesi, ci portarono al villaggio di Jaigo e qui ci introdussero al capo, felicemente ricongiunto con la prosperosa figliola (che da subito cominciò a guardarci con interesse), che fu ancora più cortese quando scoprì che eravamo dei Goromaru, partiti dal nostro paese (così dicemmo) pochi giorni prima. Il vecchio assunse un'aria contrita nel dirci che il nostro villaggio era stato aggredito, che tutti erano morti.
Oltre a ciò che già sapevamo (ma fummo magistrali nel recitare la parte degli stupiti e addolorati) ci disse anche che nei mesi precedenti, alle riunioni dei capi villaggio, capoclan Goromaru gli aveva parlato di un affare, che aveva inteso essere pericoloso e lucroso, ma non aveva spiegato i dettagli, e lui del resto non aveva voluto entrarci. Che fosse quella la causa della strage?
Con altre astute domande venimmo anche a sapere chi era quella ragazza di cui avevamo sentito bisbigliare: una bella donna che si era presentata al villaggio due giorni prima, aveva fatto previsioni riguardo all'arrivo di tre Kami che avrebbero sconfitto il demone e aveva detto di guardarsi da loro. Poi era sparita. Come sappiamo, i fatti si erano realizzati. Ma l'aspetto inquietante era che la descrizione della donna coincideva perfettamente a Fiore di Pesca, la promessa sposa di Ataru (la quale aveva del resto vistose caratteristiche inconfondibili): evidentemente, ci aveva seguiti. E, se non ci eravamo accorti di lei, doveva essere morta.

Dopo questa conversazione, andammo a fingere di dormire una notte tranquilla, per poi ripartire il mattino dopo, alla ricerca di qualcuno che potesse darci ulteriori dettagli sugli affari di Goromaru, possibilmente sulla strada per Nagasaki. Appena usciti, per inciso, Takeshi cominciò a raccontarci una vicenda a cui nessuno dette credito, la cui trama era evidentemente tratta da un film erotico: a suo dire, l'avvenente fanciulla da noi salvata si era presentata al suo letto con un coltello, l'aveva prima minacciato con la lama dichiarando di averci riconosciuti, per poi far sparire il coltello con un gioco di prestigio, scivolar fuori dal chimono e, con un nuovo gioco di prestigio, far ripetutamente sparire anche il naturale arpione del Takeshi desnudo.

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