Risolta l'Oscura Questione della
Pettoruta (ex) Vergine ci allontanammo dal villaggio, con maggiore o
minore soddisfazione, alla volta del tempio che rappresentava la
nostra meta. Mille domande si sovrapponevano nella nostra mente
inquieta: perché la fu ex futura moglie di Ataru ci seguiva? Avremmo
ancora visto seni come quelli di Hitomi? Chi voleva la morte dei
Gorumaru? Avremmo ancora visto seni come quelli di Hitomi? Perché? E
perché qualcuno voleva la morte dei Gorumaru? Takeshi aveva
veramente posseduto Hitomi? Ma soprattutto, avremmo ancora visto seni
come quelli di Hitomi?
Mentre così ci interrogavamo, senza
avere risposte, ci addentrammo nella foresta che ci sparava da
Nagasaki. Improvvisamente, percepimmo la presenza di un vivo, ma non
riuscivamo a vederlo: era nascosto benissimo. Ataru ci fece segno di
proseguire, come se nulla fosse: lui avrebbe aggirato e catturato
l'uomo. Noi continuammo, mentre lui spariva fra le frasche.
Ed ecco, una successione di suoni: il
grugnito di un cinghiale; uno sparo che esplodeva nella nostra
direzione; un grido “Fermi! A quale unità appartenente?”; il
fischio di una fune; l'urlo di Ataru. Ci voltammo in direzione del
grido: davanti a noi, stava in piedi un ometto, con un fucile
dell'ultima guerra in mano e una fascia col Sol Levante intorno alla
testa. Alcuni metri dietro di lui, Ataru appeso ad un ramo tramite
una corda che gli legava le gambe. Era una trappola a lazo. Astuto
l'ometto. Nonostante tecnicamente ci avesse attaccato, ne fummo così
ammirati da risparmiarlo.
Hiroshi cominciò a qualificarsi con i
suoi gradi, e allora l'ometto depose l'arma, dichiarando di essere il
Tenente Curte San, dell'Esercito Nipponico, in missione speciale dal
1942. Quindi ci indicò quale strada seguire e sparì, lesto, in un
cespuglio.
Nuovo urlo di Ataru, che scendeva di
schianto dal ramo tagliando la fune, e fummo pronti a ripartire.
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