Proseguimmo
fino a sera, quando incontrammo un tizio, anche lui kami come noi,
con un gran cappello di paglia: solo dopo che gli avemmo rivelato le
nostre identità, ci svelò la sua. Per accertarsi che Sasaki fosse
veramente chi affermava di essere, lo sfidò anche in un duello
rituale nel quale entrambi mostrarono straordinaria capacità
nell'uso della katana.
Egli
era il leggendario ronin Batto (uno che massacra anche i vivi
malvagi), il quale ci rivelò di essere partito dal tempio di Ise
proprio alla ricerca dei discendenti di Goromaru, che, a suo dire,
molti volevano morti, ma non sapeva perché. Diciamo che avrebbe
dovuto arrivare in tempo per trovarli ancora vivi e “salvarli da un
atto inaudito di crudeltà”, ma Kyoto era lontana da Nomekualsiasj,
e ad ogni modo meglio morti che niente.
Ci
propose dunque, per saperne di più, di raggiungere la Sacerdotessa
di Ise, da lui definita (con scarso rispetto per l'Imperatore)
“l'unica figura nobile del Giappone”.
Nessun commento:
Posta un commento